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The San Trovaso Notebook: un libello giovanile di Ezra Pound

Di Giulia Barison


Ezra Pound è conosciuto soprattutto, e d'altronde proprio in quanto tale volle essere ricordato, come l’autore dei Cantos. Tuttavia, avanti la stesura dei primi Cantos, in età giovanile, la sua produzione poetica non fu meno prolifica e interessante. Tra le carte vergate nei primi anni del Novecento, intendo ricordare un libretto d’appunti in cui il poeta raccolse in versi alcune memorie della sua esperienza veneziana del 1908: The San Trovaso notebook.

Mary de Rachewiltz, foto di Alexander Alber

La figlia Mary de Rachewiltz descrive il libretto riesumato negli anni Sessanta nel baule di Homer L. Pound come «a small copybook of the kind which Italian schoolchildren still use for their exercises» («un piccolo quaderno simile a quello che tutt’ora gli alunni italiani utilizzano per i loro esercizi»).

La prima edizione (1964) del San Trovaso notebook offre un’immagine del libello: una copertina di carta consunta dal tempo sulla quale etichetta a tema floreale è tracciato con una linea grossa e nera il titolo: San Trovaso. Ezra Pound lo tenne nascosto nel baule del padre per quasi sessant’anni, votando all’oblio parte delle poesie veneziane di quel periodo: solo una selezione di queste andò a confluire in A Quinzaine for this Yule, raccolta poetica pubblicata l’anno successivo a Londra. Il giudizio di Pound sui propri early poems fu sempre molto severo, come afferma nella prefazione all’edizione del San Trovaso notebook la stessa Mary de Rachewiltz, la quale però sostiene anche che «the importance of this period in his literary life may be guessed from the way he has woven it into the fabric of the Cantos» («l’importanza di questo periodo nella sua carriera letteraria può essere intuita dal modo in cui l’ha intessuto nella fabbricazione dei Cantos»): se il soggiorno veneziano di Pound ebbe una tale influenza sul poeta da tornare in instancabili reminiscenze nei suoi Cantos, The San Trovaso notebook non può essere ignorato e merita di essere portato all’attenzione del lettore.

Nel 1907 Ezra Pound si trovava ancora in Indiana: fu l’ultimo anno che lo scrittore trascorse come cittadino – da intendersi in senso lato – americano, prima del definitivo trasferimento in Europa, che iniziò proprio con il soggiorno veneziano di cui sopra. In quell'anno scrisse In durance, in cui lamenta il paradossale sentimento di nostalgia di casa all'interno delle sue stesse mura nel litanico: «I am homesick after mine own kind» («Sono nostalgico di casa nella mia stessa casa»). Un anno dopo si trasferì in Calle dei Frati 942, nei pressi di Campo Santo Stefano.

Qui compose le poesie contenute in The San Trovaso notebook, ovvero il libro d’appunti relativi a San Trovaso, campo situato nei pressi delle Zattere, le lunghe fondamenta affacciate sulla Giudecca, dove Pound era solito consumare lunghe camminate fino a raggiungere Punta della Dogana: «I sat on the Dogana’s steps / For the gondolas cost too much, that year» («Sedevo sugli scalini della Dogana / Poiché le gondole costavano troppo, quell'anno») (Canto III).

Campo San Trovaso, Venezia

Le emozioni che il poeta comunica in queste poesie sono diametralmente opposte rispetto a quelle espresse in In durance. In San Vio, campo situato tra Palazzo Morosini e Palazzo Cini nel sestiere di Dorsoduro, Pound scrive: «Old powers rise and do return to me / Grace to thy bounty, O Venetian sun» («Antichi poteri si risvegliano e tornano da me / Grazie alla tua bontà, / O sole veneziano») e in Alma sol Veneziae: «Thou that hast given me back / Strenght for the journey, / Thou that hast given me / Heart for the tourney» («Tu che mi hai restituito / La forza per affrontare il viaggio, / Tu che mi hai dato / Il coraggio di combattere»). Leggere questo libello, tenendo a mente In durance e i successivi spostamenti dell’autore, trasmette la sensazione che lo scrittore sia finalmente riuscito a guarire la nostalgia di casa, abbandonando le mura anagrafiche e rintanandosi in quelle spirituali: Venezia suscita forza e coraggio nell’animo del poeta, tanto da costringerlo a un definitivo abbandono dell’America in favore di una nuova avventura tutta europea.

Se a questa riflessione aggiungiamo il fatto che Pound, in quell'atteggiamento così nuovo e vitale, fu in grado di sferrare un pugno al mito della Venezia decadentista di matrice byroniana che ebbe molto successo nella produzione letteraria di quegli anni – basti pensare a Der Tod in Venedig di Thomas Mann o allo stesso Henry James, il quale ebbe un’influenza non trascurabile su Ezra Pound – risulta subito chiara l’importanza che va necessariamente restituita al San Trovaso notebook.

Le poesie del San Trovaso notebook sono belle e ingenue. La letteratura europea, e soprattutto romanza, del Medioevo e del Rinascimento ebbe un’incredibile influenza sulla produzione poetica giovanile di Pound: ciò si nota anche nella breve raccolta, innanzitutto per l’utilizzo di una lingua spesso arcaica. La scelta stilistica è sicuramente meno sapiente rispetto a quella attuata nei Cantos, in cui la congerie di lingue e varietà linguistiche non scade mai nella tronfia pedanteria, come a volte si percepisce invece nel San Trovaso notebook. Il gusto per l’arcaico torna anche nel fervore epico che percorre l’intero libello e che si riverbera nelle tematiche. Ad esempio, Roundel for arms e Roundel after Joachim du Bellay, dedicata all’omonimo umanista francese, recitano rispettivamente: «All blood and body for the sun’s delight, / I bid ye stand my words, and in the fight / Bear ye as men and let your glaive-strokes ring / Basnet on falchion ’till the chorusing / Proclaim your triumph and ye stand aright, / All blood and body for the sun’s delight» («Sacrifica il tuo sangue e il tuo corpo alla delizia del sole, / Ti ordino di non venire meno alle mie parole, e nella battaglia / Combatti come un vero uomo e fai risuonare i colpi della tua spada / Abbi fede nel tuo falcione finché i cori / Non proclameranno il tuo trionfo e tu manterrai la tua posizione, / sacrificando il tuo sangue e il tuo corpo alla delizia del sole») e «And of whom Time as but an herald saith, / “Trust though thou sense not, spite of my delays, / Her whom I bring thee through the hidden ways”» («E di cui il Tempo come un nunzio disse, / “Abbi fiducia, anche se non la senti, nonostante i miei ritardi, / di colei che a te condussi per strade nascoste»). Ancora, To Ysolt, for pardon è dedicata all’eroina della cavalleresca Praise for Ysolt, contenuta in Personae, mentre Piazza San Marco è indirizzata a «Will Shaxpeer». Infine, il libretto si conclude con una delle forme poetiche più in voga nel Medioevo: Ballad of wine skins.

Insomma, ci troviamo dinanzi ad una raccolta ingenua, non sempre controllata e sapiente, ma bella. Nella loro ingenuità i versi del San Trovaso notebook risultano sinceri e traboccano di gioia, luce e serenità.

Ezra Pound, circa 1910

Il giovane poeta declama i propri sentimenti a Venezia: «My heart’s loud-shouted burden proves to thee / Old powers risen have returned to me» («Il mio cuore ti gridò ad alta voce gli oneri della prova / Gli antichi poteri risvegliatisi sono tornati da me») e «Alma tu sole! / Cold, ah a-cold / Was my soul in the caves of ill-fearing» («Alma tu sole! / Freddo, oh o-freddo / Era il mio animo nelle caverne della paura morbosa»). Si tratta di una produzione delicata e leggera: alla lunghezza dei Cantos si contrappone una fabbricazione breve, sia nel numero dei componimenti, sia nel numero dei versi. In questo senso risulta più comprensibile la scelta del termine notebook: si tratta di una raccolta di appunti in versi relativa ad un’esperienza nuova e profondamente rivivificante. Per giungere così ad una conclusione, mi sento di ribadire che il valore del San Trovaso notebook sta quindi nel testimoniare da una parte un periodo di necessaria transizione nella vita reale e letteraria di Pound e dall’altra una voce che si pose come alternativa nella rappresentazione della Venezia di inizio Novecento. O, per dirlo con le bellissime parole di Mary de Rachewiltz: «while this early work may not help “the young” technically, the feelings expressed in it might teach a lesson in this age of rage and cynism, and that therefore it can be offered not merely as a “literary curiosity” but as further evidence of what stuff a young poet’s dreams should be made of» («Anche se questi lavori giovanili possono risultare inutili al “giovane” sotto il punto di vista tecnico, i sentimenti espressi in essi possono impartire una lezione in questa era di rabbia e cinismo, e possono quindi essere offerti non solo come una mera “curiosità letteraria”, ma come un’ulteriore prova del materiale di cui dovrebbero essere fatti i sogni di un giovane poeta»).

CULTURA

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