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Immagine del redattoreBel Esprit

CARLO TOSATO - SOGNO LUCIDO NOTTURNO

ITA/ENG

Cover by Vittoria Bellon



Che cosa è sviscerato in questo pezzo?


Riuscire a esplorare e modificare il sogno a proprio piacimento. Sognare sapendo di stare sognando. Avere piena coscienza del proprio mondo onirico, e della sua ricchissima capacità espressiva. Questo è il sogno lucido, e mi ha sempre affascinato. In particolare, mi ha sempre affascinato la straordinaria abilità del cervello nel riuscire a combinare ricordi diversi e creare un mondo nuovo, con un’atmosfera tutta sua, molto ambigua.


Quello che ho voluto ricreare in questo pezzo è il mondo onirico, nel suo elemento più misterioso e inconscio, ma allo stesso tempo controllato dalla coscienza dell’onironauta, che plasma il tutto e dà forma al prodotto dell’inconscio. Ho tramutato tutto questo in quattro frammenti melodici, che muto, allargo, snaturo e sviluppo, e che combino assieme in forme sempre diverse e uniche. I primi tre frammenti sono presentati insieme già dall’inizio del brano, mentre il quarto fa il suo ingresso dalla terza parte dello stesso (b. 100). Ho voluto che il pezzo scorresse per flussi, come se fossero molteplici flussi di coscienza (o di incoscienza). Come struttura mi sono basato sul processo onirico di ciascun essere umano, che prevede l’alternanza di fasi REM (dove si svolge il sogno) e fasi di sonno profondo.


Il pezzo è così strutturato:

• bb. 1-10: presentazione dei frammenti melodici (che ho associato a ricordi differenti)

• bb. 11-55: prima fase REM

• bb. 56-99: fase di sonno profondo

• bb. 100-184: seconda fase REM, corrispondente al sogno subito prima il risveglio, che avviene all’improvviso.

Naturalmente non ho tramutato in musica tutto il processo onirico, ma ne ho sfruttato una sua parte a cui inoltre ho aggiunto una mia personale interpretazione.

A ciascuna parte poi ho associato, genericamente, un colore, evocato dalla mia personale e soggettiva percezione del fluire melodico: al primo sogno ho associato il blu puro, al sonno profondo il nero e al secondo sogno il colore giallo.

È risaputo che gran parte di quello che sogniamo non lo ricordiamo, di conseguenza nel mio pezzo ho caratterizzato maggiormente un frammento (bb. 125-148) che sarà idealmente l’unico frammento che il soggetto immaginario si ricorderà al risveglio. Il resto l’ho caratterizzato con una forte ambiguità e una complessa strutturazione compositiva.



Link al video/partiture:


Link al mio sito: www.carlotosatomusic.com


 


NIGHT LUCID DREAM for Vibraphone



What is this piece about?


Being able to explore and change the dream to your liking. Dreaming knowing you are dreaming. Having full awareness of your dream world, and its rich expressive capacity. This is lucid dream, and it has always fascinated me. In particular, I was always fascinated by the brain's extraordinary ability to combine different memories and create a new world, with an atmosphere all its own, very ambiguous.


What I wanted to recreate in this piece is the dream world, in its most mysterious and unconscious element, but at the same time controlled by the dreamer’s conscience, which molds everything and gives shape to the product of the unconscious. I have turned all this into four melodic fragments, which I mute, enlarge, distort and develop, and which I combine together in ever different and unique forms. The first three fragments are presented together already from the beginning of the piece, while the fourth makes its entrance from the third part (bar 100). I wanted the piece to flow through flows, as if they were multiple streams of consciousness (or unconsciousness). For the whole structure I based myself on the dream process of each human being, which involves the alternation of REM phases (where the dream takes place) and phases of deep sleep, consequently:


• bars 1-10: presentation of melodic fragments (which I have associated with different memories)

• bars 11-55: first REM phase

• bars 56-99: deep sleep phase

• bars 100-184: second REM phase, which is the dream before awakening.


I did not turn the whole dream process into music, but I used a part of it to which I added my own interpretation.


To each part I then associated, generically, a color, evoked by my personal and subjective perception of melodic flow: in the first dream I associated pure blue, in deep sleep black and in the second dream yellow.


It is well known that we do not remember much of what we dream of, consequently in my piece I mostly characterized a fragment (bars 125-148) which will ideally be the only fragment that the imaginary subject will remember on awakening. The rest I characterized it with a strong ambiguity and a complex compositional structure.



Link score-scrolling video:


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